Vite invisibili nel campo per sfollati/e
In Siria l’accesso all’assistenza sanitaria per le donne anziane che devono affrontare i loro ultimi anni in campi per persone sfollate, è una sfida enorme. Isolate, spesso affette da malattie croniche, raramente sono in grado di muoversi autonomamente.
LA STORIA DI MARIAM
Quando Mariam ci invita nella sua tenda, ci sediamo su grandi cuscini adagiati sul pavimento, di fronte a noi un ventilatore a batteria, necessario per le ore in cui manca l’energia elettrica. Mariam ha 72 anni e da 4 vive in una tenda nel campo Washokani, che fu allestito alle porte della città di Hassake nell’ottobre del 2019 dall’Amministrazione autonoma e da Un Ponte Per insieme alla Mezzaluna Rossa Curda.
Mariam passa da smorfie di dolore e stanchezza a risate contagiose. Si diverte a raccontare che vive da sola non per scelta ma perché “è risaputo, le nuore non vogliono vivere con le suocere”.
SOPRAVVIVERE E ADATTARSI
Erano le 16 del 9 ottobre del 2019 quando la Turchia lanciò l’attacco contro il popolo curdo e contro la casa di Mariam, colpendo con violenti bombardamenti la città di Serekanye. 300mila persone furono costrette a fuggire lasciando tutto.
“Non ci mancava nulla”, dice con rabbia Mariam. “Vivevamo bene ed eravamo felici. Hanno saccheggiato le nostre case e le hanno bruciate. Siamo dovuti scappare dalla morte”. Oggi nel campo di Washokani vivono 16mila persone.
Qui Un Ponte Per fornisce tutti i servizi sanitari primari: la Clinica di medicina interna, l’ambulatorio pediatrico, cure ginecologiche e assistenza pre e post-natale, la Clinica di emergenza.
TUTELARE LA DIGNITÀ
“Ho problemi cardiaci e ai reni, non posso camminare, fatico a muovermi”, ci racconta Mariam. “Per fortuna in caso di emergenza l’ambulanza di Un Ponte Per mi preleva dalla mia tenda e mi porta alla Clinica del campo. È già successo diverse volte, anche di notte”. “E poi i medicinali. Fuori dal campo costano, non potrei permettermi nemmeno una pillola per il mal di testa. I miei figli non lavorano, la nostra situazione economica è molto difficile”.
Sebbene le donne anziane siano tra le persone più vulnerabili in Siria, i loro bisogni sono spesso invisibili. Si trovano ad affrontare gli ultimi anni delle proprie vite lontane da case che sono state distrutte, tra le tende dei campi profughi, spesso sole e con problemi di salute da affrontare.
«Ho problemi cardiaci e ai reni, non posso camminare. Muovermi è molto difficile»
“Sono Kamrul, Medical Advisor con Un Ponte Per nel campo Washokani. Qui forniamo servizi sanitari alle persone sfollate, mentre Operatori e Operatrici Sanitari di Comunità visitano chi ha problemi di movimento, come le persone anziane, direttamente nelle tende. Quando necessario, le trasferiamo nelle strutture sanitarie del campo oppure, nei casi più gravi, negli ospedali più vicini”.
COSA PUOI FARE TU
Partecipa alla nostra campagna “Libere di rompere”. Abbiamo bisogno del tuo aiuto per rompere i muri di stereotipi e di oppressione che discriminano le bambine e le donne nel nord est della Siria.
Assicurati che l’isolamento e le restrizioni nei movimenti delle donne sfollate non compromettano il loro accesso alle cure mediche.