fbpx

Libere di Rompere

Oppresse. Sottomesse a società arretrate. Bisognose di aiuto per liberarsi. E’ la percezione che ancora, in tanta parte del mondo occidentale, è diffusa rispetto alle donne che abitano quello arabo. Donne che hanno invece scritto fondamentali pagine di femminismo nei loro paesi, protagoniste di una storia spesso poco conosciuta in Occidente.
Nei contesti in cui Un Ponte Per opera da oltre 30 anni, abbiamo incontrato e supportato centinaia di donne in lotta per abbattere i muri degli stereotipi e dell’oppressione; per essere autodeterminate, libere, partecipi. Le abbiamo incontrate in Iraq, in Siria, nei campi profughi del Libano. E le stiamo vedendo in Palestina, resistere a una brutale aggressione genocida ma continuare a lottare per vivere e testimoniare.

Le abbiamo conosciute determinate e libere: “libere di rompere”.

Pensando a loro, nel dicembre scorso abbiamo lanciato una campagna con questo nome, dedicata alla Siria.
In occasione di questo 8 marzo vogliamo rilanciarla e allargarla. Pensando a tutte le donne che abbiamo incontrato nel nostro cammino, e prima di tutto alle donne palestinesi. Ognuna di loro rappresenta se stessa e insieme una collettività. Ognuna di loro ha un nome e una storia, ma rappresenta tanti nomi e infinite storie. Queste storie abbiamo provato a raccontare, grazie alle bellissime illustrazioni di Rita Petruccioli.

L’8 marzo non è mai stato, né mai sarà, una ricorrenza. E’ per noi un altro giorno di lotta, che condividiamo con milioni di donne in tutto il mondo.

“Ho preso parte alla Rivoluzione sin dal primo giorno. Insieme alle mie compagne, abbiamo tirato su la prima tenda femminista di piazza Tahrir”, racconta Zahra. “Sono arrivata in piazza da cittadina, donna e madre per rivendicare i miei diritti. La nostra tenda ha dato voce a chi non ne aveva e ha combattuto per tutte le donne irachene che chiedevano una vita degna di essere chiamata tale”.

Un Ponte Per è presente in Iraq da oltre 30 anni. Nel nostro lungo cammino a fianco delle società civili, abbiamo dedicato alle donne gran parte del nostro lavoro, per contrastare insieme la violenza di genere, sostenere la loro partecipazione alla vita pubblica, supportare le attiviste nella costruzione di reti che continuino a lottare per conquistare il loro spazio e il loro diritto all’autodeterminazione. Insieme a loro abbiamo realizzato, tra le altre cose, il booklet “La voce della rivoluzione”, che racconta la storia delle manifestanti scese in piazza nel 2019-2020.

“Volevo che i miei figli e le mie figlie continuassero a studiare, e che avessero una vita migliore della mia”, racconta Asmaa. “Le norme imposte da Daesh durante la sua occupazione hanno trasformato e limitato le nostre vite. Adesso la situazione sta cambiando. Grazie al mio negozio sono una donna completamente nuova”.

Un Ponte Per lavora in Siria dal 2015. In questi anni abbiamo incontrato tantissime donne e lavorato insieme a loro in ampi programmi di protezione, per garantire spazi sicuri dalla violenza di genere, accesso all’istruzione, all’indipendenza economica, alle cure mediche. A loro abbiamo dedicato la prima campagna “Libere di Rompere” nel dicembre 2023.

“Con il basket è cambiata la mia vita, prima non avevo nulla da fare se non andare a scuola e poi tornare a casa”, racconta Ameena. “Non lascio mai la palla, neanche quando cammino per strada. Mi fa sentire forte e sicura”.

Un Ponte Per è presente in Libano dal 1997. Lavoriamo principalmente nei campi profughi palestinesi, per garantire diritto alla studio e alla salute ai/alle minori palestinesi e siro-palestinesi rifugiati/e attraverso programmi di sostegni a distanza. Sosteniamo il Palestinian Youth Club, gruppo di 80 atleti e atlete palestinesi del campo, e insieme abbiamo costruito il primo centro sportivo di Shatila

“Ciao a tutte e tutti. Sono Bisan da Gaza. E sono ancora viva”.
“Oggi il mio cuore si è spezzato, ancora una volta. La mia bimba mi ha chiesto di mostrarle le foto di quando è nata. Ho realizzato che erano tutte nei nostri pc, rimasti sotto le macerie della nostra casa. Non potrò mostrarle le sue foto. Non le rivedrò mai più”.
“So che sarei dovuta andar via. Ma non potevo lasciare da sola la mia Gaza”

Un Ponte Per non opera direttamente in Palestina. Non abbiamo accettato di sottostare a controlli e ricatti delle autorità israeliane, e abbiamo sempre ritenuto che la questione palestinese avesse bisogno di una soluzione politica, oltre che di interventi umanitari. Siamo stati/e per anni in Palestina come volontari/e e attivisti/e. In seguito all’emergenza senza precedenti creata dall’offensiva israeliana contro la Striscia di Gaza, a febbraio 2024 abbiamo lanciato la campagna “Acqua per Gaza”, per sostenere il nostro partner locale – la Union of Agricoltural Work Committees (UAWC) – e portare acqua potabile nella Striscia di Gaza.

Unisciti alla campagna Libere di rompere. Con una donazione minima di 20 € ricevi la stampa che preferisci delle donne libere di rompere, realizzate da Rita Petruccioli, e supporti l’impegno di Un Ponte Per a sostegno delle donne.